Chiesa di S. Stefano di Geraci Siculo
Chiesa di S. Stefano di Geraci Siculo
Provenienti dalla Via Nazionale, imboccando Corso Vittorio Emanuele, una volta Via del Progresso, sulla sinistra si incontra una bellissima chiesa. E' la chiesa di Santo Stefano a "croce greca irregolare con un campanile a conci colorati." Unico esempio nelle Madonie. Ha funzioni di "Auditorium". La chiesa non gode di studi o particolari citazioni. E' una struttura che risale al primo seicento. Mostra una spazialità interessante precorritrice di tipologie del maturo barocco isolano. Il dipinto raffigurante il Santo di Giuseppe Salerno è una opera che viene ad allargare l'orizzonte della pittura della Sicilia Occidentale del primo '600. Si tratta di un inedito.
STATUA: Rappresenta Santo Stefano con in mano il segno del martirio (a destra) e il Vangelo a sinistra. Protomartire. Sec. XVI. Abito talare con disegni floreali. Restaurata dalla Soprintendenza nel 1986.
TELA: Ad olio. Raffigura Santo Stefano e la storia del suo martirio. E' attribuita a Giuseppe Salerno (Zoppo di Gangi). In alto si vede la Trinità : Padre - Figlio - Spirito santo. Sotto la trinità ci sono tre Angeli: due a destra e uno a sinistra che incoronano il Santo. L'Angelo di sinistra porta una bandiera con la scritta "PROTOMARTYR". Un angelo di destra porta tre pietre nella mano destra segno del martirio e dei fiori nella mano sinistra ricadenti sul petto. Il terzo angelo porta la "Palma del martirio" e tre corone di cui una bianca, una rossa e una dorata. Al centro della tela c'è il Santo vestito con una veste bianca e una tunicella rosso-gialla. Dal volto del Santo verso la Trinità si nota una scritta "DOMINE DE STATUES ILLIS HOC PECCATUM". Attorno al quadro diviso in quadretti, c'è la storia del martirio del Santo. Nella parte inferiore della tela si legge: "HOC OPUS FIERI FECIT P. SBITER GREGORIUS JACUNI ELEMOSINIS FIDELIUM 1609".
MONASTERO SANTA CATERINA V.M.
Benedettine cassinesi. Le origini di questo Monastero sono collegate a una Congregazione di "Donne ritirate" che avevano la loro abitazione presso la prima chiesa madre del Paese dedicata a San Giuliano. Ciò è attestato da una richiesta alla Curia Arcivescovile di Messina per l'erezione di un altare in onore di San Lorenzo martire in data 21 aprile 1492, mentre nel 1495 ci fu un'altra richiesta per la costruzione della " Pinnata di San Pancrazio". Il 26 ottobre 1498 Antonio Mortellens vicario generale dell'Arcidiocesi di Messina emana la "bolla" di fondazione. Il 25 maggio 1533 l'Arciprete della nuova chiesa madre G. Lombino cede alle suore la chiesa con i benefici annessi, e si impegna alla continua assistenza spirituale delle suore, nonchè alla partecipazione di tutto il clero e il popolo per la solennità del titolare della chiesa, per i riti del "Giovedi" Venerdi, Sabato santo e il Corpus Domini". Molti paramenti ricamati in oro e argento portano la data del 1751. E' di questo periodo la donazione in perpetuo di acqua corrente per il giardino fatta dal Marchese di Geraci. Nel 1818 le suore si rifugiarono in campagna a causa del terremoto che danneggiò il monastero. Nel 1866 il monastero in seguito alla soppressione degli ordini religiosi perse tutti i beni immobili, che nel 1909 furono ricomprati dal Vescovo di Cefalù e riconsegnati alle suore. Nel 1959 ottenne il riconoscimento di Ente Morale. Al suo interno sono conservati atti e documenti interessanti, così come opere d'arte di notevole valore.
OPERE
RELIQUARIO DI SAN GIULIANO: Con alla base sculture di santa Caterina e della Vergine ; in alto il Cristo Risorto. Il tutto realizzato con l'argento del monastero.
STATUA: In marmo. Raffigura Santa Caterina con, nel piedistallo, sculture in marmo della flagellazione di Gesù, di San Benedetto, di Santa Scolastica, San Giuliano e Santa Lucia, opera di Giuliano Di Marino da Palermo.
ORGANO: opera di Giacomo Andronico da Palermo. 1765. Ristrutturato recentemente.
QUADRO DI SAN GIULIANO E SAN PLACIDO : 1654.