Nome
Farfalle diurne (Ropaloceri)
Classe
Insetti
Ordine
Lepidotteri (dal greco lepi=squama e pteron=ala. dalle ali ricoperte di squama)
Sistematica
E’ tradizione distinguere le farfalla diurne (Ropaloceri) dalla farfalle notturne (falene o Eteroceri).
I Ropaloceri non rappresentano un gruppo naturale avente valore sistematico, ma solamente un raggruppamento di comodo, tuttavia ancora utilizzato da entomologi e naturalisti.
Ad essi, secondo una delle classificazioni più recenti, sono ascritte la superfamiglia Hesperioidea, comprendente la famiglia Hesperiidae, e la superfamiglia Papilionoidea comprendente le famiglie Papilionidae, Pieridae, Lycaenidae e Nymphalidae.
Anatomia
Il corpo delle Farfalle, come tutti gli insetti, è suddiviso in tre parti: capo, torace e addome.
Il capo, relativamente piccolo, possiede due grandi occhi composti, ognuno, da migliaia di faccette.
Le antenne posizionate tra gli occhi, nei Ropaloceri, hanno l’apice a forma di clava e sono sede di organi sensoriali.
I pezzi boccali hanno la forma di un tubo succhiatore, chiamato spiritromba, che a riposo è arrotolato sotto il capo.
Il torace è composto da tre segmenti: protorace, mesotorace e metatorace che portano ciascuno un paio di zampe.
Il protorace non porta ali ed è molto piccolo. Il mesotorace è ben sviluppato, fornito lateralmente delle tegulae (elementi mobili che coprono l’inserzione delle ali anteriori). L’altra coppia di ali, di dimensioni più piccole è inserita nel metatorace. Le ali hanno forma subtriangolare e mostrano una notevole superficie se rapportate al resto del corpo.
La coppia di ali di ogni lato è unita e durante il volo funziona come unica entità. Le ali sono costituite da una doppia membrana attraversata da ispessimenti tubolari, le nervature, che dano rigidità all’insieme e servono anche come condotti emolinfatici.
Il complesso delle nervature prende il nome di venulazione ed è importante per caratterizzare le varie famiglie di Lepidotteri. I magnifici colori delle ali delle farfalle dipendono o dai pigmenti fissati nelle squame (colori chimici) quali melanine, poterine, flavoni, carotenoidi e omocromi, o da fenomeni ottici di interferenza, diffrazione o diffusione della luce solare sulle microstrutture superficiali e profonde delle squame (colori fisici).
L’addome, più grosso nelle femmine, è fusiforme e privo di arti. In esso sono localizzati gli organi della riproduzione, E’ costituito da 10 segmenti, in ognuno di essi vi sono un paio di stigmi (minuscoli orifizi che permettono l’ingresso dell’aria nel sistema respiratorio tracheale).
Gli ultimi due segmenti costituiscono generalmente l’apparato genitale esterno. Le diversità sturtturali dell’apparato riproduttivo, presenti nei ropaloceri, hanno lo scopo fondamentale di non consentire l’incrocio tra diverse specie. Le farfalle si nutrono di liquidi, in prevalenza nettare, che viene aspirato attraverso la spiritromba.
Biologia
Le Farfalle sono insetti olometaboli (ossia presentano uno stato di quiescenza detto pupa), per questo la morfologia del corpo subisce, durante lo sviluppo, un cambiamento radicale, caratterizzato da un ciclo metamorfico completo che comprende 4 stadi: l’uovo, il bruco o larva, la crisalide o pupa e la farfalla (o immagine).
Le uova sono di forma molto variabile e vengono deposte nelle forme più diverse (o isolatamente o in piccoli gruppi o in numerosissime masse). Dopo un certo periodo dalla deposizione, terminato lo sviluppo embrionale, dall’uovo si schiude una larva che rappresenta la prima fase di alimentazione e crescita.
L’inestensibilità dell’involucro esterno (cuticola) della larva (o bruco) rende necessario il suo cambiamento attraverso il fenomeno della muta che, nella vita larvale, si ripete dalle 3 alle 5 volte. Dopo l’ultima muta, il bruco, cessa di alimentarsi e si mette alla ricerca di un luogo adatto alla trasformazione in crisalide.
In questa fase il bruco secerne un filo di seta con il quale si fissa all’arbusto prescelto. Dopo un periodo assai variabile (meno di una settimana o più di un anno) la crisalide giunge a maturazione che è segnalata all’esterno da un progressivo scurimento del tegumento.
Lo sfarfallamento rappresenta la fase successiva e consiste nella fuoriuscita della farfalla dal suo involucro di crisalide, ciò è regolato da un ormone, l’ecdisone, e avviene per un aumento della pressione dei liquidi organici che causa la rottura del tegumento.
Le farfalle diurne nelle Madonie
Nel territorio madonita si sono rinvenute 90 entità di Lepidotteri delle 100 censite in Sicilia. Queste entità appartengono a 5 famiglie:
- Hesperiidae (14 specie);
- Papilionidae (5 specie);
- Pieridae (11 specie);
- Lycaenidae (19 specie);
- Nymphalidae (41 specie).
L’interesse lapidotteroligico delle Madonie non si esaurisce soltanto nell’elevato grado della biodiversità, quanto nella peculiarità di elementi endemici che la caratterizzano. Fra gli endemismi ricordiamo: Hesperia comma hemipallida, Parnassius apollo siciliae, Lycaena alciphron bellieri, Eumedonia eumedon nebrodensis, Polyommartus daphnis pallidecolor.